La Questione dell'adattamento attuale

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Nikolaj Enveric Dimitrov
view post Posted on 9/7/2011, 20:09




ANALISI DEL FATTORE TEMPORALE SULL'IDEOLOGIA MARXISTA



Tra le tante accuse che vengono poste dai servi della borghesia all'ideologia Marxista,ne troviamo una che riguarda l'adattamento attuale del pensiero del grande filosofo dell'Ottocento.E' proprio facendo riferimento alla grande distanza temporale che ci separa da Marx,che essi sono soliti constatare l'impossibilità di adattare tali teorie all'attuale schema di produzione,che taluni considerano "molto distante" da quello del ''800.Verrebbe a questo punto da chiedersi cosa sia realmente cambiato in questi 200 anni,quali modificazioni abbia subito la nostra società e il modo di produrre.Bisognerebbe anche cercare di capire quindi in quale modo sia stato eliminato il sistema di sfruttamento capitalista ben delineato dal filosofo.Affermare che l'analisi marxiana del capitalismo e dell'imperialismo non possa adattarsi alla situazione attuale,equivale a dire che: o siano cambiati i mezzi di produzione,o siano stati modificati i rapporti di produzione.Il pensiero di Marx basa infatti su questi due elementi l' enorme contraddizione che caratterizza il capitalismo.Analizziamo entrambi i punti: 1) è ormai noto che la società stia mettendo in atto un enorme processo di incentivazione del lavoro meccanico,affidato quindi,non agli uomini ,bensì alle macchine,che hanno già cominciato a sotituirlo nelle varie mansioni.E' tuttavia doveroso ricordare che questo processo di sviluppo tecnologico non è stato ancora del tutto realizzato e che potremmo definirlo quindi un nuovo "esperimento" del capitalismo,volto a realizzare, come sempre, il suo obiettivo primario:realizzare il massimo profitto con le minori spese e il minor tempo possibili.Proprio perchè non si tratta di un processo di sviluppo consolidato,ma ancora in fase di realizzazione e quindi ancora reversibile,non possiamo per ora considerare un reale cambiamento dei mezzi di produzione e della loro forma di utilizzo.Inutile affermare che l'adottamento di tale sistema,corrispondente ad un grande cambiamento nel metodo di produzione,che quindi richiederebbe in futuro una minima fatica dell'uomo,darebbe luce a nuove contraddizioni e problematiche,da cui potrebbero quindi scaturire nuove ideologie e nuove filosofie,in grado di soppiantare quelle attuali. 2) nulla è cambiato ,dall'800, in merito ai rapporti di produzione.Ciò che Marx defini' "sfruttamento dell'uomo sull'uomo",facendo riferimento al lavoro salariato e alla proprietà privata dei mezzi di produzione,persiste in tutto il mondo capitalista.Il possedimento privato dei mezzi di produzione continua da secoli a creare un palese contrasto nei confronti della loro natura sociale,solo con il socialismo è sovvertibile questo stato di cose,considerando ovviamente le caratteristiche attuali degli stessi mezzi di produzione.

Da cio' arriviamo a due considerazioni:la prima,secondo cui rimangono attivi tutti i presupposti per la realizzazione del socialismo idealizzato da Marx ed Engels,ed effettivamente perseguito nell'Urss e la Cina della prima metà del XX secolo;la seconda,secondo cui proprio in questo periodo i movimenti comunisti di tutto il mondo devono rafforzare la propria unione e saldezza ideologica,prima che la natura dei mezzi di produzione permetta il verificarsi di una situazione in grado di ostacolare lo sviluppo stesso dell'ideologia,che difatti diverrebbe inutile:un mondo in cui tutto è compiuto dalle macchine non necessita di un'ideologia a favore dei lavoratori,semplicemente perchè non ve ne sarebbero.Ovviamente questa è solo una mia ipotesi,ma cio' che si sta verificando non la rende cosi' insensata come sembra a prima vista.E' come se a questo punto il capitalismo,essendo vicino al termine del suo ciclo storico,ci offrisse per necessità 2 vie:la prima,volta a incentivare ininterrottamente lo sviluppo dei mezzi di produzione,lasciando immutati i rapporti della stessa e creando tuttavia i presupposti per la nascita di nuovi pensieri poltici e filosofici;la seconda,attraverso la quale si potrebbe invece agire sull'aspetto opposto:mantenere inalterati per il momento i mezzi di produzione,concentrando la propria attenzione sulla costruzione di diversi rapporti,in grado di garantire finalmente la vera giustizia sociale a tutta l'umanità.E' ovvio che nemmeno il sistema comunista potrà mai portare ad un vero e proprio immobilismo dei mezzi di produzione:tale sviluppo è storicamente inevitabile,è difatti il corso stesso del tempo a presentare le necessità da cui tale cambiamento debba necessariamente scaturire.Se da una parte nemmeno il comunismo potrà fermare questo sviluppo,è anche vero che esso sarà molto differente rispetto a quello attuale,presenterà infatti delle caratteristiche del tutto diverse,originate da un contesto politico,economico e sociale completamente opposto a quello capitalista.

Con questo articolo ho voluto esporre la mia analisi personale,che mi farebbe piacere discutere e rivedere con chiunque lo desideri.

Nikolaj Enveric Dimitrov
 
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3 replies since 9/7/2011, 20:09
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view post Posted on 9/7/2011, 21:33

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Complimenti per l'articolo compagno, molto interessanti sono i temi trattati.
Sono sostanzialmente d'accordo con buona parte delle tue tesi, ma sulla questione del progresso tecnologico secondo me hai fatto una specie di volo pindarico. Partendo da questa giusta tesi:
CITAZIONE
realizzare il massimo profitto con le minori spese e il minor tempo possibili.

Non hai individuato con precisione la fonte del profitto. Qual è la fonte del profitto? Il pluslavoro, cioè il lavoro non remunerato al lavoratore, il quale aggiunge valore alla merce che viene venduta dal capitalista a un prezzo superiore rispetto alla somma del salario e del costo degli strumenti di produzione e delle materie prime impiegati nella produzione. Dalla differenza tra il prezzo di mercato della merce prodotta e la suddetta somma si ottiene il plusvalore, cioè il profitto propriamente detto.

Le macchine sono utili nella produzione di plusvalore? Si, infatti Marx nel Capitale dice: "La macchina è un mezzo per produrre plusvalore."

Le macchine permettono di aumentare la produzione (e quindi l'offerta), ne consegue che il prezzo delle merci prodotte diminuisce e diminusce anche il salario, che corrisponde ai mezzi di sussistenza del lavoratore (oggi, tramite la pubblicità, i capitalisti hanno aumentato i "bisogni" dei lavoratori per poter vendere tutte le merci di fatto inutili), anche a causa della diminuzione del prezzo della forza lavoro dovuta alla maggior disoccupazione provocata dall'introduzione delle macchine; diminuito il salario restano però invariati la giornata di lavoro e il prezzo della merce prodotta, quindi si ha un aumento del plusvalore relativo. Questo è il campo in cui le macchine sono utili nella produzione di plusvalore.

Al capitalista quindi interessa introdurre le macchine solo nella misura in cui esse provocano una crescita del plusvalore relativo.
Com'è possibile estorcere plusvalore in un mondo senza lavoratori umani? Non è possibile, perchè al capitalista interessa aumentare il saggio del plusvalore.
Si potrebbe obbiettare che il lavoro delle macchine aggiunge comunque valore alla merce. Questo è vero, ma le macchine fanno parte del capitale costante e non si può estorcere plusvalore da una macchina.
Se le macchine sostituissero completamente l'uomo i capitalisti non otterrebbero alcun profitto e ciò significherebbe anche la fine dello stesso capitalismo a causa dell'impossibilità di attuare la riproduzione allargata e quindi dell'assenza di capitale. Ecco perchè i capitalisti non hanno alcun interesse verso tale prospettiva e perchè
CITAZIONE
un mondo in cui tutto è compiuto dalle macchine non necessita di un'ideologia a favore dei lavoratori,semplicemente perchè non ve ne sarebbero.

è un utopia per quanto riguarda il capitalismo.
Un ulteriore ostacolo a questa prospettiva è l'enorme esercito di disoccupati che ne risulterebbe.

La questione dello sviluppo della tecnica nel capitalismo era già stata posta da Stalin nei Problemi economici del socialismo nell'URSS:

"A tutti sono noti i fatti della storia e della pratica del capitalismo, che dimostrano l'impetuoso sviluppo della tecnica nel capitalismo, quando i capitalisti agiscono come alfieri della tecnica d'avanguardia, come rivoluzionari nel campo dello sviluppo della tecnica produttiva. Ma sono noti anche fatti d'altro genere, che dimostrano l'arresto dello sviluppo tecnico nel capitalismo, quando i capitalisti agiscono come reazionari nel campo dello sviluppo della nuova tecnica e passano non di rado al lavoro a mano.
Come spiegare questa contraddizione stridente? La si può spiegare soltanto con la legge economica fondamenta del capitalismo contemporaneo, cioè con la necessità di ottenere profitti massimi. Il capitalismo è per la nuova tecnica quando essa gli promette i maggiori profitti. Il capitalismo è contro la nuova tecnica e per il passaggio al lavoro a mano, quando la nuova tecnica non gli promette più i maggiori profitti.
"

I profitti sono l'interesse fondamentale dei capitalisti, i quali verrebbero meno in una società dalla produzione completamente automatizzata.

Un'ultima osservazione:
CITAZIONE
l'analisi marxiana [...] dell'imperialismo

non esite. Marx aveva previsto l'imperialismo ma è stato Lenin ad analizzarlo.
 
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Nikolaj Enveric Dimitrov
view post Posted on 9/7/2011, 22:10




Hai perfettamente ragione,credo di aver volato verso il futuro non attenendomi abbastanza ai fatti reali.Ti ringrazio molto per le precisazioni! ^^
 
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view post Posted on 9/7/2011, 22:19

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Di niente compagno, la questione dell'automazione della produzione è un rompicapo per molti marxisti.

Ovviamente le mie osservazioni riguardano il capitalismo. Nel comunismo in teoria sarebbe possibile automatizzare completamente la produzione perchè, grazie alla sostituzione del valore d'uso al valore di scambio e alla sostituzione della circolazione mercantile con lo scambio di prodotti in natura, la questione dei profitti non si pone.
 
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3 replies since 9/7/2011, 20:09   84 views
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