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| Arte e cultura nella teoria marxista
In questo campo potrebbe rivelarsi, almeno inizialmente, difficile ritrovare la bussola del marxismo, poichè innumerevoli teorici - primo tra tutti, naturalmente, Trotski - hanno apportato una confusione incredibile, rendendo difficile un'esatta definizione del pensiero e, soprattutto, della prassi marxista nei riguardi della cultura e dell'arte; inoltre, come avrò modo di argomentare in seguito, la «questione culturale» è un tema particolarmente sentito nel momento attuale e la classe dominante è seriamente impegnata, per ovvi fini, a favore degli stravolgimenti teorici ai quali ho appena accennato. Permettetemi di fare un esempio di queste deformazioni teoriche. Nell'articolo di A. Breton e L. Trotsky Per un’arte rivoluzionaria indipendente è detto:
“E’ più che mai opportuno valersi di questa dichiarazione contro coloro che pretendono di assoggettare l’attività intellettuale a fini estranei all’attività stessa e, in spregio a tutte le determinazioni storiche che le sono proprie, a controllare, in funzione di pretese ragioni di stato, i temi dell’arte. (…) a coloro che si spingessero, oggi o domani, ad acconsentire che l’arte sia sottoposta ad una disciplina che consideriamo radicalmente incompatibile con i suoi mezzi, opponiamo un rifiuto senza appello e la nostra volontà deliberata di far valere la formula: nessuna licenza in arte”.
Quindi, se l'attività sociale e la lotta di classe sono «fini estranei all'attività stessa» (artistica e intellettuale), se la teoria dell'«arte per l'arte» è una teoria marxista, se Lenin sosteneva il futurismo, se il realismo socialista altro non era che una «bruttura staliniana» e Zdanov era un moderno Torquemada, che cosa resta nell'arsenale del marxismo per la «questione culturale»? E' chiaro che non si tratta di un'arsenale per la lotta contro l'ideologia borghese.
Secondo il marxismo, l'arte e la cultura sono parte della sovrastruttura e, quindi, riflettono la vita sociale della base economica. Secondo le parole di G.V. Plekhanov:
“Ogni opera letteraria è espressione del proprio tempo. Il suo contenuto e la sua forma sono determinati dai gusti, dalle abitudini e dalle aspirazioni di quel tempo, e quanto è più grande lo scrittore, tanto più forte e più evidente appare la dipendenza del carattere delle sue opere dal carattere del suo tempo, e cioè, per dirla in altre parole, tanto minore appare nelle sue opere quel «residuo» che si potrebbe chiamare «personale».” (Note sulla storia della letteratura francese del Lanson)
In queste brevi frasi è sintetizzata la concezion...Read the whole post... |
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