Alaricus Rex

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  10. 10/7 10:58 Sovietico: Salve! Sono Sovietico Inferno
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B_NORM    
view post Posted on 20/9/2011, 16:55 by: StaliznevReply

C'è bisogno di socialismo




C'è bisogno di qualcosa che liberi le fascie più deboli della popolazione, quelle proletarie, dallo sfruttamento selvaggio, dalla miseria e dallo spettro della disoccupazione dilagante. Qualcosa che tiri fuori l'Italia dalla crisi mondiale, tagli la testa all'attuale stato di cose gerarchico che garantisce una vita dignitosa solo dalle classi alte dei politici, degli imprenditori, degli investitori e dei grandi dirigenti d'industria, li declassi e capovolga l'attuale sistema sociale. Ciò che può garantirci questo è l'unico sistema che, nella storia, è riuscito ad equiparare e superare il sistema socialista degli attuali stati occindetali, il socialismo. Non c'è bisogno di un fenomeno nuovo di per sè, il socialismo deve essere riscoperto come programma cosciente, consapevole acquisizione di ciò che accade attorno al proletario, allo sfruttato, e il suo ruolo storico e sociale, in opposizione a chi vorrebbe sminuirlo, equipararlo come importanza a quello borghese o condannarlo all'impossibilità di rivalsa e movimento autonomo senza che vi siano burattinai dietro.

La costante ricerca di un nuovo movimento sociale e di una nuova struttura sociale è comune in molti giovani interessati agli avvenimenti che li circondano, ma spesso questi si approcciano alla sovrastruttura politica e puntano al suo cambiamento e non a quello della base e della struttura in se. Non può che avvenire un disastro, poiché vengono a crearsi tantissime correnti di pensiero autonome, che prendono esempio da sovrastrutture statali "meno peggio" delle altre e, inevitabilmente, non si riesce più a riconoscere un vero cambiamento sociale da semplici "rammendamenti" della vecchia struttura, mascherata e ristrutturata per farla sembrare nuova e sfavillante. Il problema della politica intrapresa senza studio e analisi della società moderna crea incomprensioni sulla causa di certi avvenimenti, deviazioni di pensiero personali che, non contenuti in un involucro politico preciso, nato dallo studio e dalla comprensione della connessione degli avvenimenti mondiali generali, e dall'unione stretta tra politica, economia e cultura, danno vita e lasciano libero spazio di posizioni, a volte le une opposta alle altre, e così fa nascere contraddizioni che non faranno altro che minare il pensiero sul nascere e renderlo impossibile. Facendo così il giovane non potrà che rifugiarsi dietro un utopia tutta sua, al di fuori della storia e dei rapporti sociali, irrealizzabile e prenderà coscienza dell'irrealizzabilità dell'idea, sprofondando nell'apatia politica e facendosi trascinare dall'attuale dirigenza, poiché non c'è alternativa, oppure li spingerà a cercare altr...

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Comments: 0 | Views: 315Last Post by: Staliznev (20/9/2011, 16:55)
 

B_NORM    
view post Posted on 10/9/2011, 22:25 by: Alaricus RexReply

Teoria del socialismo in un solo paese



« [...] la società socialista si può affermare anche in un solo paese, anche nelle condizioni del più accanito accerchiamento imperialista, come quello che ha dovuto affrontare l'Unione Sovietica. »

Ernesto Che Guevara in La costruzione del partito



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Tra tutte le teorie del marxismo, quella del socialismo in un solo paese è la più falsificata e strumentalizzata dalla borghesia e dai suoi agenti inflitrati nel movimento comunista. Fare luce sul reale contenuto di questa teoria, demolire le mistificazioni borghesi e riabilitare il vero significato di questa teoria: tale è il compito che questo scritto si pone.

1. Il socialismo in un solo paese nell'elaborazione di Lenin

Vladimir Ilich Lenin, padre del bolscevismo, viene oggi dipinto, nelle ricostruzioni "di sinistra", come un "coerente internazionalista", come un sostenitore della "esportazione della rivoluzione", come un trotskista. In realtà fu proprio Lenin il primo marxista a riconoscere la possibilità di edificare il socialismo in un solo paese; infatti nel suo articolo Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa, nel 1915, scrive:

« L'ineguaglianza dello sviluppo economico e politico è una legge assoluta del capitalismo. Ne risulta che è possibile il trionfo del socialismo all'inizio in alcuni paesi o anche in un solo paese capitalistico, preso separatamente. »

Non è necessaria maggior chiarezza per esprimere questo concetto. Lenin prosegue:

« Il proletariato vittorioso di questo paese, espropriati i capitalisti e organizzata nel proprio paese la produzione socialista, si solleverebbe contro il resto del mondo capitalista, attirando a sé le classi oppresse degli altri paesi, spingendole ad insorgere contro i capitalisti, intervenendo, in caso di necessità, anche con la forza armata contro le classi sfruttatrici ed i loro Stati. »

In tal modo è indicato altrettanto chiaramente il compito del paese socialista nel campo internazionale. Di seguito sarà mostrato come lo stesso punto di vista, espresso però da Stalin, fu duramente contestato dal trotskismo.

Dopo l'articolo succitato, Lenin non si occupò più della questione della vittoria di un socialismo in un solo paese per diverso tempo e in molti suoi scritti, nel periodo immediatamente successivo all'Ottobre, pose l'enfasi sull'espansione della rivoluzione proletaria nell'Europa occidentale. Infatti nelle Tesi di aprile scrive:

"[...] II nostro compito imm...

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Comments: 0 | Views: 2,167Last Post by: Alaricus Rex (10/9/2011, 22:25)
 

B_NORM    
view post Posted on 29/8/2011, 11:34 by: StaliznevReply

Cosa sai della Libia?




Dallo scoppio della guerra in Libia, opinionisti, giornalisti, perbenisti e filistei vari hanno iniziato un attacco feroce contro quello che viene chiamato “regime dittatoriale”, asserendo che per il rispetto dei diritti umani il sanguinoso governo di Muammar Gheddafi, in vigore dal 1969 dovesse essere abbattuto in favore dei rivoltosi dissidenti.

Di contro progressisti, terzomondisti, euroasiatici e anti-imperialisti si sono schierati a favore e in difesa della “dittatura rivoluzionaria” libica, sostenendo l’autodeterminazione dei popoli e battendosi contro questa impresa neo-colonialista, sostenendo che l’unico governo possibile non può che essere quello di Gheddafi e che i ribelli libici non sono altro che un esigua parte della popolazione.

Nel mezzo delle due posizioni, c’è chi non sa se sostenere Gheddafi come eroe dell’emancipazione degli stati in via di sviluppo o controbatterlo come beduino arroccato al posto di comando che ormai ha fatto il suo tempo.

Analizziamo così luci ed ombre del governo libico, facciamo le nostre considerazioni e traiamone le dovute conclusioni.

1.Cosa c’era prima di Gheddafi
Alla fine del 2° conflitto mondiale, la Libia, ex-colonia italiana, era caratterizzata da un assenza di uno stato nazional-territoriale ben delineato politicamente e dalla parcellizzazione delle autorità secondo linee tribali, nonch’è dalla totale mancanza di coscienza nazionale da parte del suo popolo. Il paese era, ed è, costituito da 3 regioni assai differenti tra loro, sia riguardo l’aspetto demografico, che politico, che economico: La Tripolitania, regione più ricca e pervasa da uno spirito anti-italiano e anti-colonialista, con un tessuto demografico-economico solido, ma minato dai clan e dalle separazioni e dai privilegi gentilizi; la Cirenaica, dominata politicamente dalle autorità tribali senussite e il Fezzan, regione povera, a ridosso del deserto e caratterizzato da una popolazione principalmente nomadica e quindi privo di un carattere nazionale e politico competente.

Riguardo al paese per intero e alla sua condizione, Giorgio Assan scrisse “Il paese appariva privo di quadri, il 94% del popolo era analfabeta, la condizione igienica era allarmante, la mortalità si elevava al 40%, non vi era alcuna base economica e la struttura sociale era arretrata di almeno trecento anni”.La proposta iniziale era quella di dividere lo stato e di “spartirlo” tra l’Italia, a cui sarebbe andata la Tripolitania, l’Inghilterra che avrebbe preso la Cirenaica e la Francia a cui sarebbe toccato il Fezzan, tutto ciò secondo principi autogovernativi della varie regioni sotto l’infl...

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Comments: 0 | Views: 48Last Post by: Staliznev (29/8/2011, 11:34)
 

B_NORM    
view post Posted on 4/8/2011, 08:30 by: StaliznevReply
Di Staliznev

La confusione aumentà sempre più quando si va a "sinistra"(parlando in termini borghesi), spesso fino a creare un baratro invalicabie a cui i giovani si devono fermare perché non capiscono più dove stanno andando e cosa stanno facendo e cosa stanno sostenendo. Perché aviene questo? Perché il sistema attuale tenta in ogni modo di confondere i giovani sugli argomenti che possono destabilizzare il loro dominio e la loro credibilità! E perché nasce il revisionismo moderno? Proprio a causa di questa confusione, che spinge i giovani a fermarsi e a stabilirsi su una data idea sinistroide, sgangherata, poco teorica e piena di contraddizioni solo perché non riescono a capire ciò che va veramente oltre lo stato di cose attuale, perché sempre più confuso, diffamato e nascosto come un parente poco socievole.

Non c'è da stupirsi e bisogna farsene una ragione, se non grazie a una volontà ben più grande di quella che un giovane possa avere per la politica, uno stimolo per la ricerca e la conoscenza innati e il non rassegnarsi a stare entro i limiti normali proposti (o imposti) dalla politica borghese, nessuno riuscirebbe a comprendere davvero il pensiero comunista, e rischierebbe di incappare in errori volutamente incoraggiati dalla borghesia. E quindi qualora un giovane riuscisse ad avere tutte quelle grandi qualità, quella volontà e capisse ed evitasse gli errori comuni e quelli più difficili da correggere, non potrebbe cheuscirne fuori, si un ottimo compagno e grande comunista, ma questo non potrebbe che avvenire in modo assai lento, quasi a far diventare la situazione i cose attuale stagnante e a far proliferare senza possibilità di reversione ilrevisionismo e la confusione verso la strada che si sta percorrendo.

Una delle prime confusioni che a molti inesperti è comune, per chi si affaccia semplicemente al mondo della sinistra, e quando parlo di sinistra, intendo quella che la borghesia chiama estrema, quella reietta, trattata come paria sociale della politica e dell'economia, è la differenza tra comunismo e socialismo. Cosa banale per chi conosce bene il pensiero, cosa complicata per chi lo ignora, causa le varie forme di sgretolamento politico che ha avuto l'estrema sinistra. Comunismo e socialismo non sono la stessa cosa, ma sono indissolubilmente collegati. Innazitutto, secondo Marx la storia del mondo è basata sull'economia, ed è divisa in fasi. Il socialismo ,secondo la teoria marxista, consiste nella fase che precede il comunismo, fase necessara per l'attuazione di quest'ultimo ma senza senso se non ha come fine questa realizzazione, poiché il progresso e l'obbiettivo della società socialista è l'avanzamento verso il comunismo e il suo miglioramento consiste proprio in quella direzione.

Filosoficamente ma anche concretamente nell'economia e nella politica e così in tutta la scienza, se non si procede si retrocede, così se una società socialista non avan...

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Comments: 0 | Views: 32Last Post by: Staliznev (4/8/2011, 08:30)
 

B_NORM    
view post Posted on 29/7/2011, 16:28 by: Leonid BrezhnevReply

Cesare Lombroso: quando la Scienza è al servizio della Reazione.
Considerazioni in merito ai legami fra il criminologo eugenetista e la repressione borghese.



Biografia
Cesare Lombroso, nato a Verona il 6 Novembre del 1835, fu un medico; antropologo; criminologo e giurista italiano, seguace dell'Eugenetica e fondatore dell'Antropologia Criminale.
Compiuti gli studi universitari a Pavia, Padova e Vienna, partecipò come medico militare alla campagna contro il brigantaggio successiva all'unificazione italiana. Incaricato di clinica psichiatrica e di antropologia a Pavia, svolse ricerche sul cretinismo e sulla pellagra. Fu poi direttore del manicomio di Pesaro e ordinario di medicina legale a Torino, ove morì il 19 ottobre del 1909.

Il Razzismo Scientifico
Dal 1876 divulgò la propria teoria antropologica della delinquenza nelle cinque successive edizioni de L'uomo delinquente, che successivamente espanse in un'opera in più volumi. Tra i massimi studiosi di fisiognomica, Lombroso misurò la forma e la dimensione del cranio di molti briganti uccisi e deportati dal Meridione d'Italia in Piemonte nel corso dell'occupazione sabauda, concludendone che i tratti atavici presenti riportavano indietro all'uomo primitivo. In effetti quella che sviluppò fu una nuova pseudoscienza che si occupava di frenologia forense. Egli dedusse che i criminali portavano tratti anti-sociali dalla nascita, per via ereditaria, cosa che oggi si considera del tutto infondata. Di fatto il suo lavoro nella prima metà del XX secolo venne chiamato in causa nel contesto dell'eugenetica e da certe forme di "razzismo scientifico", che ebbero numerose conseguenze.

Tipologie di delinquenza e rimedi lombrosiani
Le tipologie di delinquenti teorizzate da Lombroso furono i Delinquenti Occasionari; i Delinquenti Abitudinari e i Rei Latenti, ovvero coloro ai quali non si è tutt'ora presentata l'occasione di commettere un delitto. Secondo Lombroso, fra le cause dei reati, il fattore religioso sarebbe alieno a qualsivoglia gesto scellerato, mentre si annoverano fra le cause principali invece i sentimenti da egli considerati "anti-sociali" e tendenti all'attuazione di atti terroristici scaturiti da condizioni socio-economiche precarie (da notare l'analogia fra le teorie lombrosiane e le motivazioni della repressione di cittadini Socialisti, Anarchici e Repubblicani esposte dal Governo Sabaudo in seguito ai vari tentativi di regicidio, dei quali si tratterà in seguito e nei quali gli eugenetisti lombrosiani avvantaggiarono notevolmente il Governo dinanzi all'opinione pubblica, ipotizzando la presenza di caratteri fisici comuni a...

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Comments: 0 | Views: 78Last Post by: Leonid Brezhnev (29/7/2011, 16:28)
 

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view post Posted on 25/7/2011, 22:30 by: Alaricus RexReply
L'esperienza storica del socialismo nell'URSS non ha solo provocato nei capitalisti la più grande paura che avessero mai provato, non ha solo costituito un simbolo ed un punto di riferimento per le masse oppresse dei ogni paese; l'esperienza sovietica ha anche avuto l'iportante merito di porre all'ordine del giorno nuove questioni e problematizzare moltissimi punti della dottrina marxista-leninista rimasti sviluppati in modo insufficiente.

I dirigenti sovietici erano ben consapevoli che il materialismo dialettico e il materialismo storico sono il nucleo essenziale del marxismo e che l'uomo deve usarli per elaborare teorie che riflettano il più possibile la realtà oggettiva.
D'altra parte i compagni sovietici sapevano anche che le altre teorie marxiste vanno storicizzate ed aggiornate al mutare della realtà.

Il marxismo è la scienza delle leggi di sviluppo della natura e della società, la scienza della rivoluzione delle masse oppresse e sfruttate, la scienza della vittoria del socialismo in tutti i Paesi, la scienza dell'edificazione della società comunista. Il marxismo, come scienza, non può restare immobile, ma si sviluppa e si perfeziona. Nel suo sviluppo il marxismo non può non arricchirsi di nuove esperienze, di nuove conoscenze, e pertanto le sue singole formule e conclusioni non possono non mutare nel corso del tempo, non possono non essere sostituite da nuove formule e conclusioni, corrispondenti ai nuovi compiti storici. Il marxismo non conosce conclusioni o formule immutabili obbligatorie per tutte le epoche e per tutti i periodi. Il marxismo è nemico di qualsiasi dogmatismo. - Stalin in Il marxismo e la linguistica

Questa è la tesi fondamentale su cui poggia tutta l'elaborazione teorica dei sovietici. Essa non è condivisa dalla "Sinistra" "comunista". Infatti Amadeo Bordiga scrive nel Dialogato coi morti: "In quello scritto (Problemi economici del socialismo nell'URSS. Ndr) come in molti altri colpevolmente superficiali, ad esempio quelli sul materialismo, Stalin sì mostra davvero convinto che la dottrina del partito evolve nella storia, e alcune delle sue parti vanno gettate via e sostituite con altre (e qui quelli del XX congresso peccano come lui e molto più di lui); a questa correzione e mutazione di principii presiede un pontefice massimo e questo era lui (il XX congresso vorrebbe ritirare questo secondo punto, per grave smarrimento davanti a una vera bancarotta scientifica, ma i rimedi al lavoro ideologico che si vedono proposti sono proprio piccini piccini).

I "marxisti" di questo genere peccano visibilmente di metafisica e di idealismo e non è il caso di occuparsi di loro in questa sede.

Torniamo al nostro argomento.
Uno delle teorizzaioni più importanti e allo stesso tempo più ignorate dai più è quella relativa alla questione dello Stato e del suo ruolo nel regime socialista.
...

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Comments: 0 | Views: 85Last Post by: Alaricus Rex (25/7/2011, 22:30)
 

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view post Posted on 17/7/2011, 11:21 by: - Nikolaj -Reply

Effetto Domino:la crisi si allarga


DOPO RES PUBLICA,ANCHE VITLA TRABALLA


Affidati i pieni poteri al "Consiglio dei Saggi"



Quest'oggi la grave crisi estiva di cui avevamo già parlato in riferimento alla micronazione di Res Publica, ha causato drastici cambiamenti anche nella Repubblica "Democratica" di Vitla.Stamattina infatti,il Presidente della Repubblica Vitlana ,Repubblica dell'Ossola,ha comunicato una serie di provvedimenti che si crede siano in grado di risolvere la terribile situazione di immobilismo che da molto tempo ormai affligge molte micronazione italofone e non.Comunicando la nuova manovra risolutiva, il Presidente ha avuto modo di illustrare i cambiamenti posti in atto dal volere dell'Assemblea cittadina:

CITAZIONE
1) Sono temporaneamente sospesi:

Il Titolo III, articoli dal 3 al 7, Ordinamento dello Stato, della Costituzione

Il Titolo V, articoli dal 9 all’11, Giustizia, della Costituzione.

2) Le funzioni del Presidente della Repubblica, dell’Assemblea Nazionale, degli Organi Giudiziari vengono assunti dal Consiglio dei Saggi, composto da n.3 membri, eletti dall’Assemblea dei Cittadini. I titolari delle cariche sopra citate decadono dal giorno successivo all’elezione dei componenti il Consiglio dei Saggi.

3) Il Consiglio dei Saggi decide a maggioranza dei 2/3 dei suoi componenti. Per quanto riguarda le funzioni giudiziarie, i gradi di giudizio sono ridotti da 2 ad 1. Contro le decisioni del Consiglio dei Saggi, nell’ambito di ognuna delle sue funzioni, esecutiva, legislativa e giudiziaria, è possibile ricorrere all’Assemblea dei Cittadini, che deciderà con la maggioranza del 50%+1 e con la partecipazione di almeno 2/3 dei componenti. Eventuali astensioni saranno comunque computate per il raggiungimento del quorum. La presidenza dell’Assemblea dei Cittadini verrà decisa dall’Assemblea stessa mediante votazione. Chi otterrà più voti sarà eletto. Eventuali supplenze spetteranno a chi ha conseguito a scalare il maggior numero di voti. In caso di parità precede chi ha maggior anzianità come cittadinanza.

4) Al raggiungimento di almeno 20 cittadini attivi, il Consiglio dei Saggi provvederà all’indizione delle elezioni del Presidente della Repubblica e dell’Assemblea Nazionale. Il Consiglio dei Saggi manterrà le proprie funzioni esecutive e legislative fino alla Proclamazione degli eletti e quella giudiziaria fino all’elezion...

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Comments: 0 | Views: 41Last Post by: - Nikolaj - (17/7/2011, 11:21)
 

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view post Posted on 9/7/2011, 20:09 by: - Nikolaj -Reply

ANALISI DEL FATTORE TEMPORALE SULL'IDEOLOGIA MARXISTA



Tra le tante accuse che vengono poste dai servi della borghesia all'ideologia Marxista,ne troviamo una che riguarda l'adattamento attuale del pensiero del grande filosofo dell'Ottocento.E' proprio facendo riferimento alla grande distanza temporale che ci separa da Marx,che essi sono soliti constatare l'impossibilità di adattare tali teorie all'attuale schema di produzione,che taluni considerano "molto distante" da quello del ''800.Verrebbe a questo punto da chiedersi cosa sia realmente cambiato in questi 200 anni,quali modificazioni abbia subito la nostra società e il modo di produrre.Bisognerebbe anche cercare di capire quindi in quale modo sia stato eliminato il sistema di sfruttamento capitalista ben delineato dal filosofo.Affermare che l'analisi marxiana del capitalismo e dell'imperialismo non possa adattarsi alla situazione attuale,equivale a dire che: o siano cambiati i mezzi di produzione,o siano stati modificati i rapporti di produzione.Il pensiero di Marx basa infatti su questi due elementi l' enorme contraddizione che caratterizza il capitalismo.Analizziamo entrambi i punti: 1) è ormai noto che la società stia mettendo in atto un enorme processo di incentivazione del lavoro meccanico,affidato quindi,non agli uomini ,bensì alle macchine,che hanno già cominciato a sotituirlo nelle varie mansioni.E' tuttavia doveroso ricordare che questo processo di sviluppo tecnologico non è stato ancora del tutto realizzato e che potremmo definirlo quindi un nuovo "esperimento" del capitalismo,volto a realizzare, come sempre, il suo obiettivo primario:realizzare il massimo profitto con le minori spese e il minor tempo possibili.Proprio perchè non si tratta di un processo di sviluppo consolidato,ma ancora in fase di realizzazione e quindi ancora reversibile,non possiamo per ora considerare un reale cambiamento dei mezzi di produzione e della loro forma di utilizzo.Inutile affermare che l'adottamento di tale sistema,corrispondente ad un grande cambiamento nel metodo di produzione,che quindi richiederebbe in futuro una minima fatica dell'uomo,darebbe luce a nuove contraddizioni e problematiche,da cui potrebbero quindi scaturire nuove ideologie e nuove filosofie,in grado di soppiantare quelle attuali. 2) nulla è cambiato ,dall'800, in merito ai rapporti di produzione.Ciò che Marx defini' "sfruttamento dell'uomo sull'uomo",facendo riferimento al lavoro salariato e alla proprietà privata dei mezzi di produzione,persiste in tutto il mondo capitalista.Il possedimento privato dei mezzi di produzione continua da secoli a creare un palese contrasto nei confronti della loro natura sociale,solo con il socialismo è...

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Comments: 3 | Views: 84Last Post by: Alaricus Rex (9/7/2011, 22:19)
 

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view post Posted on 9/7/2011, 11:55 by: Leonid BrezhnevReply
Prendendo atto dell'immagine negativa conferita al Partito Comunista dell'Unione Sovietica da parte del Segretario Krusciov durante il cosiddetto "discorso segreto", nel quale criticò l'operato del Compagno Stalin riccorrendo persino ad accuse infondate e prive di dimostrazioni in merito a ipotetici eliminazioni di massa di dissidenti politici durante le Grandi Purghe, la fazione filo-stalinista del Partito, all'epoca rappresentata dai Compagni Leonid Brezhnev; Aleksandr Šelepin e dal capo del KGB Vladimir Semičastny, convocando un Consiglio Speciale del Presidium del Comitato Centrale, obbligarono Krusciov alla deposizione, favorendo la nomina di Leonid Brezhnev all'incarico di Segretario Generale del Partito Comunista.
Nonostante le convinzioni particolarmente diffuse secondo le quali Brezhnev sarebbe stato un continuatore del processo di destalinizzazione del suo predecessore Krusciov e le critiche al suo operato, con particolare riferimento alla cosiddetta Dottrina Brezhnev, definita talora imperialista, occorre collocare la politica adottata dal Compagno Brezhnev all'interno di un contesto politico e storico notevolmente delicato per quanto concerne la sorte del Comunismo e la liberazione del Proletariato, ovvero quello della Guerra Fredda, durante la quale ogni minimo cedimento dinanzi alla diffusione dell'influenza statunitense si sarebbe potuto rivelare un errore fatale. A tal proposito, il presente articolo è finalizzato all'analisi dei principali operati del Compagno Brezhnev, fra i quali è possibile menzionare la Dottrina della Sovranità Limitata dei Paesi Socialisti (ovvero la cosiddetta "Dottrina Brezhnev") e la momentanea introduzione del Principio del Profitto.
Innanzitutto, la Dottrina Brezhnev, a differenza dell'Imperialismo di matrice occidentale, volto esclusivamente ad assoggetre i Popoli nell'interesse della potenza colonizzatrice, fu finalizzata alla preservazione ed alla difesa del Proletariato Internazionale da un eventuale passaggio del Paese appartenente al Blocco Socialista a quello Occidentale, il che avrebbe costituito un regresso nel processo di evoluzione delle Società sancito dal Materialismo Storico. I principali Paesi Socialisti liberati dal giogo capitalista furono la Cecoslovacchia, presso la quale vennero interrotti i moti controrivoluzionari, reazionari e fascisti della cosiddetta Primavera di Praga, testimonianza della necessità storica del Principio della Sovranità Limitata degli Stati Satelliti; e l'Afghanistan, il quale processo di liberazione, tuttavia, fu sfortunatamente comprmesso a causa dei finanziamenti illegali alle organizzazioni terroristiche reazionarie islamiche da parte degli Stati Uniti. Per quanto concerne l'introduzione (momentanea) del Principio del Profitto, fu anch'essa una necessità finalizzata a scongiurare la produzione di prodotti obsoleti da parte delle vecchie aziende, sovente rimasti invenduti. Infi...

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Comments: 0 | Views: 84Last Post by: Leonid Brezhnev (9/7/2011, 11:55)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/7/2011, 19:09 by: StaliznevReply

Cosa ci rende una micronazione socialista?





Una questione che molti possono porsi, guardando la nostra micronazione, può essere cosa ci rende una micronazione socialista e cosa ci caratterizza rispetto agli altri. Effettivamente è vero, il socialismo è principalmente un sistema economico e la nostra micronazione non ha un economia, questa potrebbe sembrare una contraddizione insormontabile, invece non è altro che l'emergere della manifesta ignoranza che si ha del sistema sociale in generale. Infatti ogni società è formata da una base, proprio
il sistema economico, e da diverse sovrastrutture, politiche, giuridiche e legislative. Una micronazione virtuale non può avere un economia, ma ha una struttura politica, giuridica e legislativa, perché ricrea una società virtuale di persone che hanno in comune idee e che vogliono applicarle creando uno stato virtuale. E perciò essendo una micronazione un organismo sostanzialmente politico, che ha come base e struttura la sola politica, che regola il sistema giuridico, legislativo ecc. ne consegue che è possibile applicare la sovrastruttura politica socialista, senza entrare in contraddizione col socialismo in alcun modo e differenziandosi da tutte le altre micronazioni. Cos'ha di diverso la nostra micronazione? Principalmente la semplicità e agilità burocratica. Infatti possiamo vantare un sistema semplice, formato da poche cariche e da un numero di cittadini semplici decisamente maggiore di quelli che ricoprono cariche ufficiali. Questo fa si che la burocrazia sia estremamente fluida e che qualsiasi decisione o processo vengano messi in pratica nel modo più semplice e veloce consentito dalle nostre leggi. Un altra peculiarità della nostra micronazione è il sistema mono-partito. Noi infatti abbiamo ritenuto superato e dannoso il sistema multi-partito, non solo per ispirazione al reale sistema socialista, ma anche per una questione di ordine interno e vero stimolo micronazionale. Infatti la creazione di più partiti porta, indubbiamente, all'iscrizione di molti cittadini interessati politicamente, alla creazione di circoli, club, lunghe elezioni (se il sistema non è bipartitico). Ma ci sono controindicazioni non indifferenti, infatti il sistema a più partiti comporta una divisione tra i cittadini di una micronazione, che tendono, col tempo, ad assumere più un desiderio di potere politico e amministrativo che non collaborativo e che aiuta a crescere la micronazione, tendo anche a sviluppare una forma di arrampicamento sociale che li porta a vedere gli avversari sotto un ottica di sfida, e non di reciproca alleanza, posta sullo stesso campo e unita dall'unico desiderio di far crescere la...

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Comments: 0 | Views: 39Last Post by: Staliznev (8/7/2011, 19:09)
 

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